Sono 15 gli agenti di polizia locale di Genova indagati, a vario titolo, nell’ambito dell’inchiesta sulle lesioni causate a persone accompagnate negli uffici e sul peculato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla pm Sabrina Monteverde, sarebbero tre gli episodi di pestaggi e due quelli di peculato avvenuti tra il primo gennaio 2024 e il 28 febbraio 2025. Tra le persone picchiate, tutte straniere, anche un minorenne: le vittime hanno riportato lesioni con prognosi di tre, cinque e 21 giorni. Il peculato riguarda due episodi: nel primo caso alcuni agenti avrebbero preso 1.200 euro da un appartamento occupato abusivamente e da loro sgomberato, nel secondo avrebbero preso 0,26 grammi di cannabis a una persona fermata.
La PM, raccogliendo la denuncia di due loro colleghe, avrebbe scoperto una chat, “quei bravi ragazzi”, dove si raccontavano le loro imprese. Ovvero, i “cioccolatini sberlari” che somministravano ai fermati. Agli indagati sarebbe stato anche trovato un armadietto dove tenevano un tonfa, manganello non in dotazione alla polizia urbana, soldi e sostanze, che usavano per fini personali, ma, soprattutto, per fabbricare prove false a danno dei fermati.
Nove i manganelli “tonfa” sequestrati e altri sfollagente sarebbero stati ritrovati nelle abitazioni di alcuni di loro.
Tutto veniva poi commentato in una chat su WhatsApp, “Quei bravi ragazzi”, dove gli agenti si scambiavano foto delle vittime e si vantavano delle violenze e della loro impunità. “Cioccolatini” era il loro codice per indicare le botte. Una “torta Sacher” significava un pestaggio riuscito. Le aggressioni venivano poi coperte con verbali falsi. Le ferite? Autolesionismo. Le denunce? Resistenza a pubblico ufficiale. In un caso, un ragazzo assolto da ogni accusa è uscito da un fermo con 21 giorni di prognosi. E se qualcuno denunciava? Tanto, come dicevano loro, nessuno gli avrebbe creduto. Quello che emerge dagli atti non sono solo botte. Gli agenti usavano la cosiddetta “tecnica del sussurro”: minacce all’orecchio, insulti razzisti, parole che servivano a umiliare e provocare. A volte sparivano soldi, oggetti personali. Le telecamere di servizio? Spente fino a operazione conclusa.
Ovviamente né il comandante né l’assessore competente, anche quando informati dei fatti, hanno fatto nulla. Gianluca Giurato e Sergio Gambino oggi sono entrambi indagati. Secondo alcune inchieste avrebbero usato la polizia locale come una milizia personale. 8 Nonostante questo quadro probatorio gli agenti non sono nemmeno stati sospesi dal servizio, ma solo trasferiti a compiti non operativi in altra destinazione.
Questo accade nello stesso paese in cui chi devia dal percorso imposto dalle autorità per una manifestazione rischia anni di carcere. Tutto ciò la dice lunga sul sistema d’impunità vigente in Italia per determinati individui. Come abbiamo sempre detto non si tratta di mele marce, ma strutture concepite per agire in un certo modo e di agenti selezionati fuori da criteri autenticamente democratici. Col nuovo scudo penale per le forze dell’ordine, uscito dal decreto sicurezza e rientrato con una nuova proposta di legge, ogni violenza sarà di fatto legittimata e legalizzata. |