NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

laboratoridirepressione

SPEZIALELIBERO

DAVIDE LIBERO











DISCOVERY FATALE

 

Una camionetta della polizia in retromarcia. Un urto. Poi l'ispettore si accascia. Dal verbale di un agente forse una nuova verità sulla tragedia di Catania...

 

Riproponiamo il seguente articolo de "L'Espresso" di qualche tempo fa...

 

Il Discovery della polizia si muove in retromarcia per sfuggire all'inferno di pietre, fumo e bombe carta scatenato dagli ultras catanesi. Poi, un botto improvviso sulla vettura. In quel momento l'ispettore Filippo Raciti si porta le mani alla testa e si accascia. Due colleghi lo adagiano nel sedile posteriore del fuoristrada; l'ispettore si lamenta dal dolore e non riesce a respirare. Potrebbe essere in questo racconto, nel verbale redatto il 5 febbraio scorso alla squadra mobile di Catania, la soluzione del "caso Raciti", l'ispettore di polizia morto dopo gli scontri con i tifosi durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio.
A raccontare è l'autista del fuoristrada, l'agente scelto S. L., 46 anni. È lui che ricostruisce dettagliatamente quella giornata di follia: dall'arrivo dei pullman con i tifosi del Palermo sino agli ultimi momenti di Raciti. Il passaggio più importante del verbale va collocato intorno alle 20,30. Più di un'ora dopo il presunto contatto con gli ultras di fronte al cancello della curva Nord e a partita appena conclusa, mentre fuori dallo stadio continua la guerriglia. Rivela S. L.: "In quel frangente sono stati lanciati alcuni fumogeni, uno dei quali è caduto sotto la nostra autovettura sprigionando un fumo denso che in breve tempo ha invaso l'abitacolo. Raciti ci ha invitato a scendere dall'auto per farla areare. Il primo a scendere è stato Raciti. Proprio in quel frangente ho sentito un'esplosione, e sceso anch'io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti sia da Balsamo che dallo stesso Raciti ma non mi sono assolutamente avveduto dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo. Quindi, allo scopo di evitare che l'autovettura potesse prendere fuoco, mentre era in corso un fitto lancio di oggetti e si udivano i boati delle esplosioni, chiudevo gli sportelli e, innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull'autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra". Raciti viene adagiato sul sedile e soccorso da un medico della polizia.

L'ispettore muore per la manovra imprudente di un collega alla guida del Discovery? A ipotizzarlo, dopo avere letto il verbale, è adesso la difesa dell'unico indagato, il minorenne A.S. arrestato pochi giorni dopo gli scontri, e accusato dell'omicidio. Scrive il medico Giuseppe Caruso, nella consulenza di parte: le fratture delle quattro costole dell'ispettore e le sue lesioni al fegato sono compatibili, "con abbondante verosimiglianza, con il bordo dello sportello di un fuoristrada o dello spigolo posteriore di un identico autoveicolo".

Si potrebbe ribaltare dunque lo scenario proposto dalla polizia e dal pm della Procura presso il Tribunale per i minorenni, Angelo Busacca, che accusano il giovane di avere scagliato, con altri, un pezzo di lamiera contro un gruppo di agenti, tra cui Raciti, che tentavano di proteggere i tifosi del Palermo. Un gesto compiuto, come testimoniano le riprese video, tra le 19,04 e le 19,09. La partita giudiziaria ora si gioca sul terreno medico-legale. A sostegno della nuova richiesta di scarcerazione per mancanza di indizi del minorenne gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco hanno depositato la consulenza di Caruso che demolisce le considerazioni del medico-legale del pm, Giuseppe Ragazzi. "La frattura delle coste, a maggior ragione quando le coste fratturate sono diverse", scrive Caruso, "comporta dolori lancinanti e difficoltà respiratorie immediate e non consentono, a chiunque, lo svolgimento delle normali attività fisiche". Come ha fatto Raciti, dunque, si chiedono i difensori, a fronteggiare gli ultras catanesi, dalle 19,08 sino alle 20,20, con quattro costole fratturate e un'emorragia al fegato senza avvertire dolori? La risposta è affidata a una nuova consulenza medico-legale collegiale, che gli avvocati hanno chiesto al gip Alessandra Chierego, con "esperti di chiara fama, non escludendo l'ipotesi di dovere chiedere la riesumazione del corpo dell'ispettore". Oltretutto Raciti, dopo le 19,08, ha continuato il suo lavoro senza problemi, come testimonia il suo collega Lazzaro: "Mentre eravamo in macchina non ho sentito Raciti lamentare dolori o malessere". Dopo due mesi di indagini della polizia di Catania ora il caso Raciti è affidato ai carabinieri del Ris di Parma: i risultati della nuova perizia si conosceranno entro un paio di mesi (o meglio non si conosceranno mai...).