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Calcio, quando solo i tifosi ci mettono il cuore

 

FONTE: Calcio Press

 

I disastri che il calcio ha saputo combinare in Italia nel corso degli ultimi lustri si toccano con mano. Basta avere la pazienza di scorrere il numero incredibile di club che hanno dovuto ammainare bandiera.
Sulle cause di questo sfascio molto si è scritto, senza mai andare però alla vera radice del problema. Nessuno è riuscito a eliminarne le cause, per quanto chiare esse siano nella loro solare evidenza.
La gente, stanca e disincantata, sta smettendo di riempire gli stadi. Tuttavia il calcio resiste impavido alle bufere che, ogni volta, sembrano destinate a travolgerlo in modo definitivo.
Rimane lo sport comunque più seguito e più amato dagli italiani. E’ la stella polare per milioni di tifosi. Ha quattro quotidiani sportivi dedicati. Lo spazio che occupa nelle testate generaliste e nel mondo del web è un dato statisticamente innegabile.
Cercare di spiegare il successo di questo sport significa riuscire a penetrare il peculiare rapporto che lega il singolo tifoso al calcio e, in particolare, il singolo individuo alla sua squadra del cuore.
Perché si torna ogni volta a essere catturati dalla magia del pallone, accada quel che accada? Perché si continua a lasciarsi trascinare dal fascino delle maglie che ci portiamo dentro da una vita? Perché si rimane fedeli a quei colori che non si abbandoneranno mai lungo un’intera esistenza?
Spiegare a quanti restano estranei a una forma di (consapevole) follia quale sia il fil rouge che riesce a tenere legati tanti milioni di appassionati a uno sport ormai contaminato dal business e periodicamente travolto dagli scandali più atroci, costituisce un’impresa ai limiti del titanico.
Il nocciolo del problema è forse più semplice di quanto si pensi. Non servono arzigogoli mentali. Né disquisizioni pseudo-filosofiche o prolisse tavole rotonde o complesse analisi socio-esistenziali.
Il fatto che il calcio venga dato ogni anno per spacciato ma riesca poi a sopravvivere in modo sorprendente ai suoi stessi madornali errori, è niente altro che un miracolo. Un prodigio che si fonda sulla passione incontaminata dei tifosi. Come sosteneva Virgilio, omnia vincit amor.
Per provare a ricostruire questo calcio che sta andando a rotoli, si dovrebbe ripartire da qui. Dai tifosi che sono, da sempre, l’anima di questo sport bellissimo.
Potranno essere solo loro, “first rays of the new rising sun” per dirla con Jimi Hendrix, a tenere in piedi la baracca. Cerchiamo di riportarli, quanto prima, al centro di un sistema che traballa da tutte le parti.

 

Sergio Mutolo