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Lettera del Pampa a Stefano Biagini

 

Da "Dodicesimo Uomo" una lettera del Pampa, un vecchio ultras viola, diretta in prima persona al Pompa, a vent'anni dalla sua scomparsa, per raccontare come hanno ridotto il calcio e ricordarlo come era una volta.

 

FONTE: Dodicesimo Uomo

 

...e così sono già passati 20 anni caro Stefano. Io penso che da lassù tu sappia quello che nel frattempo è successo, anzi lo credo proprio. Comunque io, ancora presente in questo mondo, qualcosa ti voglio dire...ti voglio raccontare di come tutto è diverso, il calcio e tutto quello che vi ruota intorno. Lo chiamano cambiamento dei tempi, evoluzione...ma io direi involuzione. Vedi, i valori a cui noi credevamo e sui quali abbiamo fatto le nostre esperienze e coltivato le nostre speranze sono praticamente spariti; non vanno più, sono fuori tempo, non interessano. Sono cambiamenti che per quel mi riguarda, mi hanno portato a non andare più allo stadio e a disinnamorarmi del calcio.
Ti sembra impossibile vero? Anche a me.
Ciò che non è cambiata è sempre "lei". Anzi è sempre peggio! Come se non ci fosse limite al peggio. Continuano a rubare sempre più sfacciatamente e con una arroganza davvero odiosa. Si sono impadroniti ancora di più delle strutture di potere e dei media, manipolando così l'esito delle partite e quindi degli interi campionati.
Lo sai caro Stefano che ora il calcio è tutto alla televisione? Che le partite si giocano quasi tutti i giorni ed a orari assurdi per rispettare le dirette. La gente così stà davanti alla TV per ore e gli stadi sono pressochè vuoti. Ora se vuoi andare allo stadio devi passare dai cosiddetti tornelli e dall'ispezione con il detector. Ora, oltre alla polizia, ci sono gli addetti alla sicurezza del pubblico: steward li chiamano, che ti controllano. I tifosi per entrare allo stadio sembrano come le pecore o i vitelli quando sono costretti a incanalarsi i in quei luoghi nefasti chiamati mattatoi.
In trasferta poi, non ti fanno andare più: o meglio se vuoi andare non devi avere precedenti negli ultimi anni e la cosa più incredibile è che devi avere la Tessera del Tifoso. Una tessera tipo bancomat che ti rende ancora più schedato, sanno tutto di te, di dove sei, se vai in trasferta o meno. Poi, quando sei allo stadio, devi andare nel tuo settore assegnato, non puoi assolutamente scegliere. Ancora...non puoi entrare liberamente con la bandiere come prima, ora devono essere " a norma". E gli striscioni? Essi devono essere prima visionati dalla questura e solo dopo la sua autorizzazione puoi esporli.
La sai l'ultima? Anche i gobbi ormai da anni vengono allo stadio a Firenze!! Incredibile eh? Ai nostri tempi non si riusciva a vedere nessuno. Quanti appostamenti, spedizioni, tattiche eh? E così tutti i tifosi della squadra (noi compresi) sono stipati nel loro settore superprotetto e stanno lì per lo più in strutture fatiscenti. Un quadro squallido e triste no? E che dire dei giocatori? I valori di attaccamento alla maglia e alla città non esistono più, i contratti firmati con le società di appartenenza non hanno più importanza, conta solo il "dio quattrino", in virtù degli accordi con le TV. Non attaccarti o a eleggere a simbolo un qualsiasi giocatore...tanto poi va via(anche a metà campionato) quando può guadagnare di più. Ormai il mercato lo fanno i procuratori dei giocatori che dispongono a loro profitto dei movimenti da una squadra all'altra dei loro assistiti.
I nostri valori come vedi non hanno più senso, non possono essere più validi in questo calcio. Ricordo tante cose di come eravamo, di come valori come la lealtà, il coraggio, l'amicizia, la condivisione di momenti belli o drammatici, quando la genuinità e la spontaneità del nostro essere ULTRAS ci faceva crescere e credere che davvero era bello,si era decisi, ci si sentiva...
Quante storie, quante battaglie, quante avventure, quanta energia! Eravamo un tutt'uno, un unico organismo. Dove tutto ora?... e il tempo passa... come vedi alla fine si ritorna sempre alle massime dei nostri avi. Ti abbraccio forte Stefano...il vecchio ultras "pampa"