NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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DAVIDE LIBERO











IL CALCIO E’ DELLA GENTE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°96

 

Damiano Tommasi, qualcuno lo ricordera’ centrocampista della Roma alla fine degli anni novanta e l’inizio degli anni duemila, oggi e’ il presidente dell’Associazione Calciatori (il sindacato dei “pedanti” professionisti), qualche settimana fa in un’ intervista analizzava l’errato comportamento dei calciatori di andare sotto la curva, aggiungendo che una squalifica del giocatore che si reca sotto la curva sarebbe un buon deterrente. Nella stessa, tentando di avvalorare le sue tesi, porta esempi che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro: i giocatori sotto la curva a parlare con i tifosi dopo una sconfitta e un capitano, nell’arcinota finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina, costretto da chi doveva gestire l’ordine pubblico a recarsi sotto la curva a tentare di metterci una pezza. Il signor Tommasi dovrebbe un attimo fermarsi a riflettere, lui e quella manica di puttanelle che rappresenta: credono davvero che il loro “io” sia piu’ importante delle maglie che indossano? E che esisterebbe la loro “professione” se non esistesse la passione della gente per le maglie che indossano? Lo sappiamo, non siamo stupidi anche se vi piace pensarlo, cercano solo di sponsorizzare il loro calcio fatto di “plastica”, di sorrisi da starlet, di pubblicita’ e televisione. Credono che il tifoso sia un cliente della loro professione che puo’ criticare ma non puo’ pretendere. Ma del resto che ne sanno loro di cosa ha reso lo sport, nel quale “lavorano”, il piu’ bello al mondo? La gente, la loro passione, l’attaccamento a una maglia che non si esaurisce con il passare del tempo, quello stesso attaccamento che colora le curve, che le rende spendide, le rende incazzate nere quando quella maglia non si onora. Loro non sanno niente vivono le loro fortunate esistenze, credono che basti un po’ di talento nel calciare una palla, ma non immaginano che anche quello, senza la passione della gente, non servirebbe a niente. Il loro calcio e’ un prodotto e come tale e’ destinato ad esaurirsi, anche quando l’ultimo degli appassionati si stufera’ della recita televisiva a cui tutto hanno ridotto, quando gli occhi di un bambino non si emozioneranno piu’ al rotolare di un pallone, rimarranno solo le loro facce del cazzo. Una volta c’erano i grandissimi calciatori quelli che passavano alla storia per aver vinto tanto, ma c’era una cosa che accomunava quasi tutti, dai grandissimi a quelli che giocavano nelle serie minori, indossavano quasi sempre la stessa maglia. La loro faccia aveva una maglia per sempre, entrava in una storia, lasciava la sua traccia. Dietro questi pupazzi odierni c’e’ solo la tristezza presuntuosa del loro “io”, pronti a vendersi al miglior offerente, non lasciano nessuna traccia, non rimangono nel cuore della gente e per quanto talento possano avere non sono niente, perche’ il calcio quello vero e’ fatto solo dalla gente e dalla loro passione.