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G8, le telefonate intercettate di Colucci:
"Manganelli è arrabbiato, dice di andarci giù forte"
L'irruzione alla Diaz

 

GENOVA (27 novembre) - Ci sono molte espressioni forti nelle intercettazioni delle telefonate dell'ex questore di Genova, Francesco Colucci, attribuite al capo della Polizia Antonio Manganelli nei confronti dei magistrati genovesi e soprattutto contro Enrico Zucca, titolare con Francesco Cardona Albini dell'inchiesta sull'irruzione della polizia nella scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova, in cui sono imputati 29 poliziotti.
In seguito all'avviso di garanzia ricevuto da Colucci a fine maggio scorso, l'ex questore di Genova riferisce a un funzionario del ministero dell'Interno: "Il capo della polizia (Manganelli) è arrabbiato per l'accaduto e ha detto che devono andarci giù di forza". Colucci, sempre parlando di Manganelli con un altro interlocutore, riferisce che il capo della polizia avrebbe detto che "devono fare un'azione comune per essere pesanti contro i magistrati". In una telefonata del 24 maggio scorso tra Colucci e Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova - il cui testo è stato riportato dal Manifesto - Colucci confidava: "Manganelli stamattina m'ha detto: "dobbiamo dargli una bella botta a 'sto magistrato" (Enrico Zucca), mi ha accennato che già qualcuno sta pigliando delle carte non troppo regolari".
Negli ambienti della Procura si sottolinea che la prassi dei vertici di polizia, secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, sarebbe proprio questa: non solo commenti più o meno pesanti degli imputati contro i magistrati, ma pressioni e suggerimenti da parte dei capi. Un presunto malcostume che sarebbe evidenziato anche in una telefonata tra l'indagato Spartaco Mortola e Maddalena, ispettore inviato a Genova dal ministero per indagare sulla sparizione delle due molotov, prova regina contro i poliziotti nel processo Diaz. In una telefonata, Maddalena riferisce infatti a Mortola (che aveva il telefono sotto controllo per quell'inchiesta) tutto quanto aveva saputo dai magistrati e nel corso delle indagini in questura. Nell'inchiesta per la sparizione delle molotov, che procede nella massima segretezza, per ora è indagato un artificiere per falsa testimonianza.