NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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HOPP RIMANE UN FIGLIO DI PUTTANA!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°131

 

La settimana scorsa tutte le cronache sportive e non hanno dato risalto a quello che e’ successo in Bundesliga durante Hoffenheim – Bayern Monaco, dove i tifosi ospiti hanno esposto uno striscione “ogni cosa resti al suo posto, la lega calcio tedesca sta distruggendo il nostro mondo, Hopp rimane un figlio di puttana”, il tutto condito da ripetuti cori contro lo stesso Hopp. La partita viene sospesa, poi riprende, le squadre decidono praticamente di fare un “torello” come forma di protesta (per la cronaca il Bayern vincera’ la gara sei a zero). Ovviamente da quel momento, anche qui da noi e’ partita la gogna mediatica nei confronti dei tifosi del Bayern Monaco, condita dalle solite retoriche sulla violenza e l’incivilta’ degli ultras. Premettiamo che quella dei bavaresi e’ solo l’ultima protesta contro il patron dell’Hoffenheim, tale Dietmar Hopp. Gia’ nel giugno del 2019 i tifosi del Borussia Dortmund si erano presentati sempre in casa dell’Hoffeinheim, con una coreografia composta da un mirino di fucile centrato sul volto di Hopp. Questa iniziativa costo’ ai tifosi del Borussia il divieto di trasferta a Hoffeinheim per i prossimi tre anni e 50000 mila euro di sanzione al club. Mentre in seguito anche quelli dell’Union Berlin, nel posticipo serale, contro il Wolfsburg hanno esposto striscioni contro Hopp.
Fino al 1998 i club di calcio tedeschi erano registrati come organizzazioni no-profit, la cui proprieta’ doveva essere ricondotta ai soli soci membri (decine di migliaia di persone). Nel 1998 il sistema venne riformato, consentendo ai club di diventare societa’ pubbliche o private a responsabilita’ limitata e, al fine di proteggere i club da investitori esterni o meglio da veri e propri speculatori, si introdusse la regola 50+1. Una clausola obbligatoria d’iscrizione ai campionati di Bundesliga 1 e 2 (Serie A e B) che impone alle “societa’” di essere controllate dai propri soci al 50+1%. Capitali esterni si, ma non maggioritari. Questo modello, che ovviamente ha ugualmente prodotto un afflusso e una gerarchia di “capitali” all’interno dei club, ha comunque permesso ai tifosi tedeschi di mantenere un certo peso decisionale nella cultura calcistica. Questo peso e’ facilmente riscontrabile nella politica dei prezzi di accesso agli impianti che
sono decisamente inferiori alla media europea e italiana. Meno clienti ma piu’ tifosi, la Bundesliga ha I5 impianti superiori ai 40000 posti con una media presenze senza eguali.
Hoffeinheim e’ una frazione di 3000 abitanti appartenente alla municipalita’ di Sinsheim (35.000 abitanti) nel land Baden-Wurttemberg (Germania, sud-occidentale). La squadra di calcio locale e’ un club sportivo storico fondato nel I899 e divenuto esclusivamente calcistico dopo la Seconda Guerra. Nella sua storia ha militato unicamente nelle serie inferiori del calcio tedesco, giungendo nel 1996 alla quinta divisione (direi un ibrido tra calcio amatoriale e serie D nostrane). Alla fine degli anni ’90 il club viene rilevato da Dietmar Hopp, imprenditore co-fondatore della SAP multinazionale tedesca di ICT, secondo Forbes il 15° imprenditore piu’ ricco di Germania. I soldi del magnate permettono alla squadra di scalare le leghe inferiori e di arrivare in Bundesliga, storie gia’ viste a tutte le latitudini europee.
Il motivo per cui gli Ultras tedeschi lo odiano e’ che la sua figura viene associata alla crescente campagna ‘mediatica’ e politica contro la regola del 50+1, che secondo il parere degli “addetti ai lavori” starebbe danneggiando la competitivita’ di un calcio tedesco, al quale e’ vietato (s)vendere la maggioranza delle azioni a gruppi di investimento privati. Insomma, non ci sono Americani, Sceicchi o Cinesi a nutrire le casse del “calcio moderno tedesco”. La gestione Hopp, rappresenta una eccezione al sistema 50+1, aggirato tramite scartoffie burocratico-economiche che hanno suddiviso la proprieta’ e reso il club compatibile con le strette regole tedesche. Gli stessi mezzi con il quale la Red Bull ha trasformato il piccolo Lipsia, anch’esso collocato nelle leghe inferiori da anni, nel Red Bull Lipsia. Hopp rappresenta per i tifosi tedeschi l’esportazione di quei modelli che negli altri paesi europei, Italia compresa, hanno reso il calcio un prodotto e i tifosi alla stregua di clienti, dove gli interessi di pochi prevalgono sulla passione di tutti. La facilita’ con la quale l’”informazione” italica, quella sportiva in particolare, stigmatizza il tutto, condannando gli Ultras tedeschi e dando risalto a pagliacciate buoniste, sono per noi la dimostrazione di come si voglia zittire qualsiasi voce contraria all’aziendalizzazione del calcio e di come cio’ diventi un esercizio di coalizione tra politica, vertici delle leghe professionistiche e stampa, con l’obiettivo di stigmatizzare e punire le forme di espressione di un tifo organizzato tedesco, che in un contesto completamente diverso da quello nostrano, e’ riuscito fino ad oggi a rappresentare un argine al dilagante calcio business.