NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

laboratoridirepressione

SPEZIALELIBERO

DAVIDE LIBERO











Carceri strapiene: l’allarmante documento del Garante nazionale

 

FONTE:il dubbio

 

Negli Istituti penitenziari italiani, partendo dal dato del 17 gennaio scorso, la popolazione detenuta ha raggiunto la cifra preoccupante di 60.382 persone, superando la capienza effettiva di 47.300 posti disponibili. L’uscente Garante nazionale delle persone private della libertà, a partire da questo allarmante contesto di sovraffollamento, ha condotto un’analisi diacronica per comprendere l’evoluzione del fenomeno carcerario nel nostro Paese.

 

 

Dallo studio curato da Emanuele Cappelli e Giovanni Suriano dell’unità organizzativa “Privazione della libertà in ambito penale” dell’ufficio del Garante, è emerso un aumento costante della popolazione carceraria negli ultimi tre anni, con un incremento totale di oltre 8.000 persone (8.031), corrispondente al 13,31%. Questa crescita, degna di nota, è stata costante anche durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Tuttavia, l’aumento più significativo si è verificato nell’ultimo anno, con un incremento quasi doppio rispetto agli anni precedenti: + 3.985 detenuti nel 2023, +2.010 nel 2022 e +1.884 nel 2021. Contemporaneamente all’aumento della popolazione detenuta, si è registrata una diminuzione dei posti effettivamente disponibili, scesi da 3.371 nel 2020 a 3.905 nel 2024. Il risultato di questa combinazione è un drammatico aumento dell’indice di affollamento, passato dal 113,18% nel 2020 al 127,48% attuale.

L’Italia è testimone di una situazione critica in diverse carceri, con particolare allarme per la Lombardia, dove ben 10 istituti mostrano tassi di sovraffollamento preoccupanti. La Casa circondariale “San Vittore” di Milano, in particolare, si trova in una situazione estrema: con 458 posti disponibili e 1068 detenuti, l’affollamento supera il 233%. In questa struttura, alcune persone condividono uno spazio vitale inferiore ai 3 metri quadri, una condizione che la Corte europea dei diritti dell’uomo considera una forte presunzione di trattamento inumano e degradante.

Lombardia, Lazio, Abruzzo e Molise con il maggiore aumento di detenuti. Entriamo nel merito dello studio. L’analisi ha preso in considerazione i dati statistici relativi a cinque diverse rilevazioni corrispondenti al periodo 2020- 2024, attinti dagli applicativi informatici messi a disposizione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Lo studio, che ha come oggetto di analisi il sovraffollamento della popolazione detenuta negli istituti penitenziari, è stato condotto secondo un approccio diacronico che pone a confronto i dati statistici. La popolazione detenuta è stata esaminata su base regionale, evidenziando un aumento significativo del numero di detenuti in tutto il paese.

La Tabella n° 1 evidenzia il significativo aumento del numero di presenze di persone detenute presso i 190 Istituti penitenziari dal dicembre 2020 all’ultima rilevazione dell’11 gennaio 2024, il cui incremento è di 8.031 persone pari al 13,31%. Dal Grafico n° 2 si può rilevare come il maggiore aumento del numero delle presenze di persone detenute negli istituti penitenziari si sia registrato nel 2023, un dato quantitativo (3.985) che risulta quasi raddoppiato rispetto alle differenze tra i periodi precedenti (1.884 nel 2021 e 2.010 nel 2022). La Tabella n° 2 evidenzia i Provveditorati regionali con l’aumento più significativo tra il 2020 e il 2024. La Lombardia, seguita dal Lazio, Abruzzo e Molise, ha registrato il maggiore aumento numerico di detenuti.

L’analisi dell’indice di affollamento, presentato nella Tabella n° 3, rivela che diverse regioni hanno mantenuto indici elevati. La Puglia e Basilicata hanno registrato il dato più alto, passando dal 139,45% nel 2020 al 163,5% nel 2024. Anche la Lombardia, il Lazio, Abruzzo e Molise, il Triveneto e la Campania mostrano indici significativi. Il Grafico n° 3 conferma l’aumento dell’indice di affollamento, che ha raggiunto il picco nel 2023 e sembra destinato a crescere ulteriormente.

La Tabella n° 4 e il Grafico n° 5 evidenziano il divario tra la capienza e i posti disponibili. In tutto il Paese, si è registrato un progressivo aumento del divario nel periodo preso in esame, con una diminuzione dei posti disponibili a fronte di un aumento del numero di detenuti. La Tabella n° 5, che conclude lo studio, riprende in esame l’indice di affollamento ottenuto dal rapporto tra il numero delle presenze di detenuti e quello dei posti disponibili, riferito a tutti singoli Istituti penitenziari e rilevato all’ 11 gennaio 2024, secondo un ordine decrescente. partito il “Grande Satyagraha 2024” promosso da Nessuno Tocchi Caino.

Il contesto del sistema penitenziario italiano ha continuato a essere oggetto di valutazione attraverso l’indicatore cruciale dell’indice di affollamento. Questo parametro, che riflette la densità di detenuti rispetto alla capacità delle strutture carcerarie, emerge come un barometro significativo delle criticità ricorrenti che affliggono il sistema nel suo complesso. Come ampiamente noto, la questione dell’affollamento carcerario è stata sottolineata in modo inequivocabile dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, in particolare con la sentenza Torreggiani e altri c. Italia datata 8 gennaio 2013. In quel contesto, l’Italia fu condannata per la situazione carceraria critica che presentava un numero di detenuti pari a 65.701, distribuiti tra i 206 istituti penitenziari, con un indice di affollamento del 139,67%.

Il periodo successivo a questa condanna vide l’implementazione di interventi normativi e soluzioni da parte del governo e del Parlamento, il che portò, entro la fine dell’anno successivo, a una riduzione del numero di detenuti a 62.536, abbassando l’indice di affollamento al 131%. Tuttavia, a distanza di oltre un decennio da quella fase critica, l’ultima rilevazione dell’11 gennaio 2024 rivela una situazione preoccupante. Il numero di detenuti è nuovamente risalito a 60.304, con un indice di affollamento del 127,48%. Questo dato indica chiaramente la persistenza delle sfide nel sistema penitenziario italiano, nonostante gli sforzi passati per affrontare la questione dell’affollamento.

Alla luce dei dati emersi dallo studio, il Governo è invitato a intraprendere azioni urgenti per ridurre il sovraffollamento nelle carceri italiane, attraverso misure volte a ridurre la popolazione carceraria, a migliorare la gestione dei processi penali e a potenziare le misure alternative alla detenzione. Nel contempo, dalla mezzanotte di lunedì, è partito il “Grande Satyagraha 2024” promosso da Nessuno Tocchi Caino.

“Sosteniamo – annuncia l’associazione – la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale (che contiene modifiche anche di quella ordinamentale) presentata da Roberto Giachetti il quale, insieme a Rita Bernardini, partecipa al Satyagraha nella forma dello sciopero della fame”. E aggiunge: “Facciamo nostre anche tutte le altre proposte normative che raggiungano lo stesso obiettivo di diminuire la popolazione reclusa e migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutta la comunità penitenziaria”.

 

Damiano Aliprandi